Quaderni della Fondazione Paolo Grassi – Materiali di Teatro
Numero speciale dedicato agli atti del convegno "Rodolfo Celletti - Maestro di scrittura e (censore) di voci" [Martina Franca, 28 - 29 luglio 2017]
A cura di Angelo Foletto
Redazione: Marilena Lafornara
Testi di: Michael Aspinall, Marco Beghelli, Gennaro Carrieri, Franca Cella, Carlo Fontana, Giancarlo Landini, Fabio Luisi, Mattia Palma, Alessandro Patalini, Jacopo Pellegrini, Franco Punzi, Gianni Tangucci, Alberto Triola.
Numero 8 - Anno 2018
Schena Editore
€ 15,00
A cent’anni dalla nascita, e in concomitanza con la riedizione della fondamentale Storia del belcanto, il convegno «Rodolfo Celletti - Maestro di scrittura e (censore) di voci» è nato come occasione per mettere a fuoco in modo organico e scientificamente “informato” i molteplici aspetti del suo talento storico-critico e letterario, didattico e organizzativo. E riflettere sulla storia e il futuro del Festival della Valle d’Itria, capitale del belcanto con la missione di reiterare nell’attualità l’originale impianto critico-formativo-esecutivo che Celletti seppe istituire negli anni (1980-1993) della sua direzione. Nonostante il ruolo riconosciuto dello studioso, considerato uno dei più significativi e originali musicologi della seconda metà del Novecento, non era mai stato organizzato un convegno su di lui. Orgogliosamente, e in segno di gratitudine, l’ha fatto Martina Franca dove ha sede l’Accademia del belcanto “Rodolfo Celletti”, e che conserva la biblioteca, la discoteca e il suo archivio privato.
Scrittore di estro e stile inconfondibili, anche nei romanzi - la cui “lettura” ha fatto da bordone alle relazioni e agli interventi della tavola rotonda - Celletti ha “inventato” la musicologia applicata allo studio delle voci. La sua innovativa interpretazione della storia del teatro musicale in particolare italiano come evoluzione (e poi involuzione) delle tecniche e del gusto dei cantanti che avevano ispirato le scelte degli autori ha cambiato la nostra conoscenza e considerazione del repertorio preromantico. Critico militante dagli anni Sessanta, Celletti usò curiosità, vocazione storicistica e competenza saldandole a generosa passione divulgativa. A Martina Franca Celletti svolse la parte più visibile della sua azione, trasformando il festival in una sorta di palcoscenico-laboratorio del buon cantare e luogo di “rarità” esecutivamente svelate. I suoi studi hanno fondato e diffuso una nuova grammatica estetica e tecnica, imprescindibile quando si parla di rinascita della letteratura belcantistica (a grande schermo: da Monteverdi al romanticismo melodrammatico italiano); e che hanno riscritto pagine di storia dell’opera rivoluzionando la didattica, anzi il concetto stesso di didattica del canto fino a allora basata su insegnamenti empirici, stilisticamente indifferenziati e privi di fondamenti teorici. Attraverso l’analisi intransigente di manoscritti e spartiti d’epoca non corrotti editorialmente dalle tradizioni otto-novecentesche, e il confronto con altri dati (cronache, aneddotica e iconografia del tempo), Celletti ha poi fatto “rivivere” l’arte e la scienza dei grandi cantanti dei secoli XVII-XIX: decodificate e chiamate a testimoniare un’autorità vocalistica e interpretativa da cui si può ancora imparare.
L’indagine sull’importante lascito di conoscenze e la fondatezza della lezione di Rodolfo Celletti è stata il cuore del convegno del 28 e 29 luglio 2017. I contributi, alcuni redatti dagli autori in forma saggistica per la presente pubblicazione, altri lasciati in forma discorsiva precisano le diverse sfaccettature del suo profilo di critico eclettico, eccentrico ma intransigente; mosso da caparbio spirito pedagogico e aristocratica indole di ricercatore. Il ritratto a più voci testimonia che, a distanza di decenni e con un panorama di consapevolezza musicologica, esecutiva e critica profondamente mutato, i debiti con la pioneristica azione di sprovincializzazione critica e di disboscamento delle cattive abitudini esecutive di Rodolfo Celletti, non sono ancora saldati.
[Angelo Foletto, curatore degli atti]