Danze d'amore per quattro voci e quattro mani
Mercoledì 28 dicembre alle ore 19.00 nell'Auditorium della Fondazione Paolo Grassi in programma un concerto dal titolo Liebeslieder-Walzer: Danze d'amore per quattro voci e quattro mani. I due cicli di lieder di Brahms (Liebeslieder-Walzer op. 52 e Neue Liebeslieder-Walzer op. 65), in cui si intrecciano l’amore per i canti popolari, l’omaggio al gusto viennese e l’ammirazione per Schubert, sarà affidato alle voci di Josefine Göhmann (soprano), Ksenia Chubunova (mezzosoprano), Paolo Mascari (tenore) e Gonzalo Godoy Sepúlveda (baritono) - giovani cantanti dell'Accademia del Belcanto "Rodolfo Celletti" - e al duo pianistico formato dalle sorelle Anastasia e Liubov Gromoglasova. Il duo Gromoglasova eseguirà inoltre quattro Danze Ungheresi di Brahms nella versione scritta per pianoforte a quattro mani dallo stesso autore.
Ingresso a pagamento: biglietto € 5,00 (+ 10% di prevendita).
Nell'ambito dell'amabile cordialità della musica viennese e all'insegna dell'ammirazione per Schubert e per Johann Strauss si collocano le ventuno Danze Ungheresi per pianoforte a quattro mani (1858-1869) e i Liebeslieder-Walzer op. 52 (1868), insieme ai Neue Liebeslieder-Walzer op. 65 (1874) per quartetto di voci ad libitum e pianoforte a quattro mani.
Le Danze Ungheresi recano il segno dell'interesse sempre vivissimo di Brahms per la musica tzigana, conosciuta tramite l'estroso violinista Eduard Remenyi, con il quale fece, nel ruolo di pianista, una tournée in vari paesi del centro-Europa. È una musica dal ritmo vivace e spigliato, con venature ironiche e soprattutto intrisa di una inesauribile gioia di vivere.
Di tono deliziosamente cameristico e lungo la linea della colta tradizione della Hausmusik di lingua tedesca sono i Liebeslieder-Walzer op. 52, concepiti come un omaggio al valzer e al laendler austriaci. Sono diciotto brani musicali su poesie della raccolta «Polydora» di G.F. Daumer (1800-1875), scrittore di vari poemi di accesa fantasia romantica e aventi come tema l'idealizzazione della donna; le sue liriche più note hanno il titolo «Frauenbilder und Huldigungen». Si tratta di componimenti di penetrante fascino melodico e armonico e ricchi di crepuscolare tenerezza, pur nella piacevole festosità tipicamente viennese che li contraddistingue dal principio alla fine. Lo stesso autore, riferendosi a questo lavoro, disse ad un amico: «Rischio di essere qualificato un asino se i miei Liebeslieder non arrecano un sentimento di gioia a chi li ascolta». Essi appartengono indubbiamente ad una civiltà musicale di alto livello e che un tempo veniva assaporata e gustata in solitudine tra le pareti domestiche, in una beatificante pace spirituale, perché, come dice il Faust goethiano, «il mondo non è muto per chi sa intendere».
Anche i quindici canti dei Neue Liebeslieder-Walzer op. 65 sono tratti dall'antologia di canti popolari Polydora. Sotto il profilo musicale, l'accompagnamento pianistico dell'op. 65 è più sobrio di quello della prima raccolta, e inoltre si fa strada con maggiore evidenza la caratteristica influenza magiara che tanta parte riveste nella stessa cameristica di Brahms. Identica è peraltro l'idea di base, secondo la quale le melodie tradizionali dei vari paesi vengono fra loro assimilate, grazie all'uso del ritmo del valzer, che ottiene così l'effetto di "viennesizzare" tutte le culture della Mitteleuropa. Sette canti su quindici vengono intonati dalle quattro voci; altri sette sono canti solistici mentre l'ultimo è un duetto. Caso a sé stante è l'ultimo pezzo, "Zum Schluss", "Conclusione", in cui Brahms abbandona l'antologia di Daumer e fa ricorso ai versi dell'amato Goethe. Si tratta di una "Invocazione alle Muse", che per certi versi rimanda al testo goethiano della "Harzreise ini Winter" ("Viaggio invernale nello Harz"): esse soltanto possono donare sollievo al cuore innamorato. L'arte, insomma, ha funzione consolatoria nell'odio come nell'amore, e la mirabile silloge dei "Neue Liebeslieder", nel suo tono apparentemente cordiale e spensierato, trasmette invece una delle idee che più profondamente innervano la poetica di Brahms.
QUANDO: Mercoledì 28 dicembre 2022, ore 19.00 - Auditorium della Fondazione Paolo Grassi