Giuseppe Palella si aggiudica il XXXVIII Premio Abbiati 2019 come miglior costumista dell'anno per i costumi realizzati per il Festival della Valle d'Itria
Assegnato al barese Giuseppe Palella il XXXVIII Premio della critica musicale “Franco Abbiati” 2019 come miglior costumista dell’anno per i costumi realizzati per il Festival della Valle d’Itria. Con questo riconoscimento all’artista pugliese per la produzione "Giulietta e Romeo" di Vaccaj e per la ripresa dell' "Orlando furioso" di Vivaldi a Venezia dopo il debutto al Festival della Valle d'Itria, diventano nove gli Abbiati legati alla programmazione martinese.
È Giuseppe Palella il migliore costumista in Italia del 2018 secondo la giuria del XXXVIII Premio della critica musicale “Franco Abbiati”: l’artista pugliese, nato a Bari nel 1975, è stato premiato per le produzioni del Festival della Valle d’Itria "Giulietta e Romeo", opera andata in scena l'estate scorsa, e "Orlando Furioso" del 2017, coprodotta con il Teatro La Fenice di Venezia, che l’ha ripresa nel 2018 al Teatro Malibran. Grande soddisfazione è stata espressa dalla direzione del Festival che, attraverso il presidente Franco Punzi e il direttore artistico Alberto Triola, ha rivolto le più entusiastiche congratulazioni a Palella.
L’assegnazione del Premio coinvolge in primo luogo la sartoria del Festival, settore in cui Giuseppina Punzi – scomparsa prematuramente lo scorso marzo – ha rappresentato un punto di riferimento per ogni artista e per le maestranze: un’ulteriore occasione questa, per rivolgere un affettuoso pensiero ad una delle colonne portanti della manifestazione martinese.
Nell’arco di 45 anni di attività il Festival della Valle d’Itria ha ricevuto nove Premi Abbiati, legati alla proprie produzioni. Il Premio, considerato il più autorevole per il mondo della lirica e della musica italiana, è stato assegnato a Lella Cuberli (1982), Mariella Devia (1985) e Patrizia Ciofi (1999) per le loro interpretazioni rispettivamente di Rosina nel Barbiere di Siviglia di Paisiello, di Elvira nei Puritani di Bellini e di Aricia in Ippolito e Aricia di Traetta. Unica voce maschile ad essere stata premiata fino a d’ora è quella di Paolo Coni (1987) per la sua interpretazione di Ezio nell’Attila di Giuseppe Verdi; Guido De Monticelli ha vinto nel 1998 per la regia del Fortunato inganno di Donizetti. La più recente assegnazione risale al 2014 alla compagnia di teatro-danza Fattoria Vittadini per le coreografie nelle produzioni di Armida di Traetta e La lotta d’Ercole con Acheloo di Steffani. Anche il Festival ha vinto il Premio Abbiati come migliore iniziativa musicale nel 1985 e poi nel 2000 per la prima esecuzione in tempi moderni di Roland di Piccini e di Robert le diable di Meyerbeer.
Fra i vincitori della XXXVIII edizione del Premio Abbiati il direttore d’orchestra Antonio Pappano, la regista Deborah Warner, lo scenografo Leslie Travers, il violinista Enrico Onofri, i cantanti Federica Lombardi e Ildar Abdrazakov e il Teatro Comunale di Bologna che, con La bohéme firmata dal regista Graham Vick e diretta da Michele Mariotti, ha ottenuto il titolo di miglior spettacolo del 2018.
La cerimonia di consegna del Premio Abbiati avrà luogo nei prossimi mesi a Bergamo – città natale del critico del «Corriere della Sera» Franco Abbiati – in collaborazione con l’Amministrazione Comunale di Bergamo e il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo.
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Giuseppe Palella
Completati gli studi artistici con la laurea in Scultura all’Accademia di Belle Arti di Bologna e gli studi musicali di canto lirico presso il Conservatorio “Martini” di Bologna, segue gli studi di recitazione e musica contemporanea presso la Scuola di Musica di Fiesole a Firenze. La formazione sartoriale e di costume è alimentata nel decennio lavorativo presso il Teatro dell’Opera di Roma: un lungo periodo dove l’attività di decoratore ai costumi sarà alternata a quello di assistente alle diverse produzioni di opera e balletto a quella di disegnatore sia per il teatro che per il cinema. Dal 2010 inizia la sua carriera come costumista firmando per il teatro dell’Opera di Roma il suo primo balletto per il Corpo di ballo diretto da Carla Fracci, lo spettacolo Chopin racconta Chopin. Seguono, sempre come costumista, diverse produzioni liriche in diversi teatri italiani ed europei, tra i più rilevanti I Puritani di Bellini per il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e per il Teatro Regio di Torino, Guglielmo Ratcliff di Mascagni per il Festival di Wexford, riconosciuto e premiato dalla stampa internazionale con il numero di maggiore stelle critiche. Nel 2016 per il Korea Nationl Theatre di Seoul realizzerà come costumista l’opera Orlando finto pazzo di Vivaldi, Rigoletto di Verdi per il teatro di Kiel e Maria di Rudenz di Donizetti per il Festival di Wexford 2016. Nel 2017 è costumista per il Festival della Valle d’Itria e il Teatro La Fenice di Venezia con Orlando furioso di Vivaldi e a Kiel con Guglielmo Tell di Rossini. Nel 2018 per L’Opera di Stato di Budapest ha realizzato i costumi per Un ballo in maschera di Verdi, per il Festival della Valle d’Itria quelli per Giulietta e Romeo di Vaccaj, Cavalleria rusticana e Pagliacci a Kiel e Francesca da Rimini a Tokyo.